Fine stagione, tempo di bilanci. Un tempo per la semina, uno per il raccolto. L’estate sta finendo e … i sogni di inizio anno sono ricordi del recente passato.
Proviamo a misurare il grado di successo raggiunto. Potremmo definire dei criteri quantitativi. Tipo: numero di podi conquistati; qualifiche ottenute; punti raggiunti nei vari ranking di categoria; titoli nazionali, regionali, provinciali, cittadini, di rione, quartiere strada vinti. Misuratori che non convincono, non perché non siano abbastanza oggettivi, immediati da verificare, bensì perché sono asimmetrici rispetto alle finalità, oserei dire, alle ragioni fondanti del Dttri. Allora cambiamo punto d’osservazione.
Sabato italiano. Colazione dal Betty, luogo assurto a lettino d’analisi introspettiva. Ascoltiamo i discorsi, concentriamoci sulle parole chiave. Iniziamo dai numeri. Messaggio WA e puntuali una ventina di atleti si presentano al ritrovo. Numero più che rappresentativo per cogliere le informazioni necessarie. Superati i preliminari, ordinate quantità doppie di dolci per la colazione, iniziano le conversazioni.
Lo studioso in agguato, origlia, scruta le facce, osserva i gesti e conta i sospiri. Nulla sfugge. Prima considerazione: nessuno accenna a tempi, tabelle, ripetute e diavolerie di sorta. Buon indizio. Alcune parole icona tornano con frequenza, risuonano nell’aria, vengono ripetute con pudore, sorpresa e rispetto. Si consuma il gioco del sogno. Prima lo si evoca, lo si immagina, poi appaiono i contorni sempre più nitidi, fino ad assumere i connotati della fattibilità, del fatidico premio. Una viaggio onirico dai maghi di Chagall ai racconti di Heminguey [il prof]. E’ il momento di fantasticare: ognuno tratteggia i traguardi dell’anno futuro. Viene bandita la fretta di consumare il momento. Ci vuole lentezza. Buon segno. La formula ha successo. Se i sogni continuano, vorrà pur dire che il Dttri è un buon contenitore, il luogo dove ognuno con la propria personalità ha trovato una dimora accogliente. Tanto accogliente da voler ripetere l’esperienza.
Risolto il mistero. Il misuratore adatto è l’intensità della fase onirica, dell’esplorare le sfide per l’anno che verrà. Elencare le gare a cui andremo ad iscriverci è prematuro. Ora riserviamo il tempo a dipingere gli orizzonti, poi avvicinandosi l’alba vedremo i nomi delle sfide e andremo a riempirli di allenamenti, prove, cadute, podi, classifiche e quant’altro.
PS. Per un resoconto più serioso attendiamo di avere dati più precisi sulle gare fatte nelle varie distanze. Affidiamoci ad una persona più attendibile. Rischio varianti sempre in agguato
Fine stagione, tempo di bilanci. Un tempo per la semina, uno per il raccolto. L’estate sta finendo e … i sogni di inizio anno sono ricordi del recente passato.
Proviamo a misurare il grado di successo raggiunto. Potremmo definire dei criteri quantitativi. Tipo: numero di podi conquistati; qualifiche ottenute; punti raggiunti nei vari ranking di categoria; titoli nazionali, regionali, provinciali, cittadini, di rione, quartiere strada vinti. Misuratori che non convincono, non perché non siano abbastanza oggettivi, immediati da verificare, bensì perché sono asimmetrici rispetto alle finalità, oserei dire, alle ragioni fondanti del Dttri. Allora cambiamo punto d’osservazione.
Sabato italiano. Colazione dal Betty, luogo assurto a lettino d’analisi introspettiva. Ascoltiamo i discorsi, concentriamoci sulle parole chiave. Iniziamo dai numeri. Messaggio WA e puntuali una ventina di atleti si presentano al ritrovo. Numero più che rappresentativo per cogliere le informazioni necessarie. Superati i preliminari, ordinate quantità doppie di dolci per la colazione, iniziano le conversazioni.
Lo studioso in agguato, origlia, scruta le facce, osserva i gesti e conta i sospiri. Nulla sfugge. Prima considerazione: nessuno accenna a tempi, tabelle, ripetute e diavolerie di sorta. Buon indizio. Alcune parole icona tornano con frequenza, risuonano nell’aria, vengono ripetute con pudore, sorpresa e rispetto. Si consuma il gioco del sogno. Prima lo si evoca, lo si immagina, poi appaiono i contorni sempre più nitidi, fino ad assumere i connotati della fattibilità, del fatidico premio. Una viaggio onirico dai maghi di Chagall ai racconti di Heminguey [il prof]. E’ il momento di fantasticare: ognuno tratteggia i traguardi dell’anno futuro. Viene bandita la fretta di consumare il momento. Ci vuole lentezza. Buon segno. La formula ha successo. Se i sogni continuano, vorrà pur dire che il Dttri è un buon contenitore, il luogo dove ognuno con la propria personalità ha trovato una dimora accogliente. Tanto accogliente da voler ripetere l’esperienza.
Risolto il mistero. Il misuratore adatto è l’intensità della fase onirica, dell’esplorare le sfide per l’anno che verrà. Elencare le gare a cui andremo ad iscriverci è prematuro. Ora riserviamo il tempo a dipingere gli orizzonti, poi avvicinandosi l’alba vedremo i nomi delle sfide e andremo a riempirli di allenamenti, prove, cadute, podi, classifiche e quant’altro.
PS. Per un resoconto più serioso attendiamo di avere dati più precisi sulle gare fatte nelle varie distanze. Affidiamoci ad una persona più attendibile. Rischio varianti sempre in agguato