Così l'uomo della porta accanto diventa un Ironman
Alla sfida di Maiorca c'erano 19 bresciani Dancelli al traguardo due anni dopo un incidente
L'ironman è l'uomo della porta accanto. L'awocato che macina chilometri in bici clettatra un'udienza e una cena in famiglia. L'operaio che tra una notte in fabbrica e una passeggiata con i figli indossa le scarpe da running per allenarsi almeno venti ore la settimana e affrontare tipiche sfide da uomo d'acciaio. Il vero ironman che si distingue per la tenacia e non teme il sacrificio è un uomo come Davide Dancelli, il grafico pubblicitario 49enne di casa a San Zeno che una settimana fa a Maiorca in poco più di 11 ore ha nuotato per 3,86 chilometri, pedalato per altri 180,260 e corso per ulteriori 42,195 (una maratona). Passione e costanza. Per Dancelli, padre e marito appassionato di yoga, quello disputato nell'isola delle Baleari è un primo Ironman (si chiama così la più dura competizione del triathlon) che vale doppio: «Due anni fa - racconta - mi sono rotto il femore in un incidente in bici. Secondo alcuni medici avrei potuto rimanere zoppo per il resto della vita». Invece, complice una grande forza di volontà, «sono diventato un ironman». Il 49enne ama da sempre praticare sport:«Ho iniziato con la corsa, poi sono passato al ciclismo. Aggiungere il nuoto mi è sembrato naturale». Per essere un uomo d'acciaio «è necessario fare almeno una dozzina di allenamenti la settimana suddivisi nelle tre discipline: nuoto, corsa e ciclismo». Lo sa bene Dancelli visto che è il vicepresidente della Zerotrenta Triathlon di Bresca, «una squadra di 30 amici che mette al primo posto il il piacere di stare insieme e la capacità di condividere». Due concetti abbinati al gusto per la sfida: nove uomini del team (dai 28 ai 49 anni) hanno partecipato e concluso l'Ironman di Maiorca. Sono: Dancelli, Marco Corti (9 ore e 58 minuti), Mirco Arcari, Davide Balduzzi, Francesco Uberto, Giacomo Becchetti, Mauro Corsini, Andrea Valli e Daniele Areati. Ciarrocchi alle Hawaii.
Con loro c'erano anche altri dieci bresciani: Nicola Pedroni del Cus di Brescia e nove componenti del Triathlon Team Bike di Gussago che, nato a gennaio, conta già sessanta triathleti. In testa a quest'ultimo gruppo c'era Mauro Ciarrocchi, il tecnico della squadra che a 52 anni vanta all'attivo ben 31 Ironman. Ciarrocchi, grazie al successo di Maiorca (9 ore e 5 minuti nonostante la ruota della bici forata), si è qualificato per partecipare nell'ottobre 2016 ai mondiali delle Hawaii. Per lui si tratta della settima volta. Tra i triathleti del Team Bike «hanno concluso il loro primo Ironman - racconta Ciarrocchi - Antonio Bussolti, che ho avuto il privilegio di allenare, e Pierluigi Baroni, ex tennista. Al traguardo, con esperienza sulla distanza, sono arrivati anche Marco DiMarcello, Valerio Varini, Stefano Crumeni e Luisa Garau. Maurizio Brocchi e Luigi Bonardi sono stati costretti al ritiro per problemi fisici». Per Ciarrocchi si è trattato di una bella esperienza:«Sono contento di aver trasmesso la mia passione alla squadra».
Barbara Bertocchi b.bertocchi@giornaledibrescia.it
Alla sfida di Maiorca c'erano 19 bresciani Dancelli al traguardo due anni dopo un incidente
L'ironman è l'uomo della porta accanto. L'awocato che macina chilometri in bici clettatra un'udienza e una cena in famiglia. L'operaio che tra una notte in fabbrica e una passeggiata con i figli indossa le scarpe da running per allenarsi almeno venti ore la settimana e affrontare tipiche sfide da uomo d'acciaio. Il vero ironman che si distingue per la tenacia e non teme il sacrificio è un uomo come Davide Dancelli, il grafico pubblicitario 49enne di casa a San Zeno che una settimana fa a Maiorca in poco più di 11 ore ha nuotato per 3,86 chilometri, pedalato per altri 180,260 e corso per ulteriori 42,195 (una maratona). Passione e costanza. Per Dancelli, padre e marito appassionato di yoga, quello disputato nell'isola delle Baleari è un primo Ironman (si chiama così la più dura competizione del triathlon) che vale doppio: «Due anni fa - racconta - mi sono rotto il femore in un incidente in bici. Secondo alcuni medici avrei potuto rimanere zoppo per il resto della vita». Invece, complice una grande forza di volontà, «sono diventato un ironman». Il 49enne ama da sempre praticare sport:«Ho iniziato con la corsa, poi sono passato al ciclismo. Aggiungere il nuoto mi è sembrato naturale». Per essere un uomo d'acciaio «è necessario fare almeno una dozzina di allenamenti la settimana suddivisi nelle tre discipline: nuoto, corsa e ciclismo». Lo sa bene Dancelli visto che è il vicepresidente della Zerotrenta Triathlon di Bresca, «una squadra di 30 amici che mette al primo posto il il piacere di stare insieme e la capacità di condividere». Due concetti abbinati al gusto per la sfida: nove uomini del team (dai 28 ai 49 anni) hanno partecipato e concluso l'Ironman di Maiorca. Sono: Dancelli, Marco Corti (9 ore e 58 minuti), Mirco Arcari, Davide Balduzzi, Francesco Uberto, Giacomo Becchetti, Mauro Corsini, Andrea Valli e Daniele Areati.
Ciarrocchi alle Hawaii.
Con loro c'erano anche altri dieci bresciani: Nicola Pedroni del Cus di Brescia e nove componenti del Triathlon Team Bike di Gussago che, nato a gennaio, conta già sessanta triathleti. In testa a quest'ultimo gruppo c'era Mauro Ciarrocchi, il tecnico della squadra che a 52 anni vanta all'attivo ben 31 Ironman. Ciarrocchi, grazie al successo di Maiorca (9 ore e 5 minuti nonostante la ruota della bici forata), si è qualificato per partecipare nell'ottobre 2016 ai mondiali delle Hawaii. Per lui si tratta della settima volta. Tra i triathleti del Team Bike «hanno concluso il loro primo Ironman - racconta Ciarrocchi - Antonio Bussolti, che ho avuto il privilegio di allenare, e Pierluigi Baroni, ex tennista. Al traguardo, con esperienza sulla distanza, sono arrivati anche Marco DiMarcello, Valerio Varini, Stefano Crumeni e Luisa Garau. Maurizio Brocchi e Luigi Bonardi sono stati costretti al ritiro per problemi fisici». Per Ciarrocchi si è trattato di una bella esperienza:«Sono contento di aver trasmesso la mia passione alla squadra».