Paolo Mastracola, Non so niente di te. Dedicato a chi è disposto a rischiare. Un pecora compare in copertina e il simpatico animale si rivela essere una puntuta metafora delle relazioni umane. Vicenda: famiglia benestante, cordiale, piacevole senza sbavature. Figlio: bravo, sempre primo a scuola, palestrato, consenziente, amorevole, educato e gentile con i genitori, gli amici, gli insegnanti e tutta la gente del circondario. I brillanti risultati conseguiti alla Bocconi lo portano prima alla LSE di Londra poi Stanford, il luogo topico degli economisti parolai. Eppure in un trafiletto apparso in basso a destra di una pagina di cronaca in un giorno feriale compare una irosa notizia di un seminario tenutosi in una prestigiosa università inglese, dove il relatore si presenta con un branco di pecore. I genitori inorriditi corrono nella speranza che non sia il loro figlio lo squinternato economista pastore, ed invece è proprio lui. Inizia un viaggio a ritroso per capire chi è veramente loro figlio e scoprono che non "sanno niente". Scrittura brillante, leggera, sensibile come solo una donna scrittrice può essere, umoristico quanto basta, ironico nel demolire i luoghi comuni del "bensantismo" e graffiante quanto basta sulla inutilità degli economisti. Una gradevole sorpresa. Portatelo in valigia e vi divertirete.
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Paolo Mastracola, Non so niente di te. Dedicato a chi è disposto a rischiare. Un pecora compare in copertina e il simpatico animale si rivela essere una puntuta metafora delle relazioni umane. Vicenda: famiglia benestante, cordiale, piacevole senza sbavature. Figlio: bravo, sempre primo a scuola, palestrato, consenziente, amorevole, educato e gentile con i genitori, gli amici, gli insegnanti e tutta la gente del circondario. I brillanti risultati conseguiti alla Bocconi lo portano prima alla LSE di Londra poi Stanford, il luogo topico degli economisti parolai. Eppure in un trafiletto apparso in basso a destra di una pagina di cronaca in un giorno feriale compare una irosa notizia di un seminario tenutosi in una prestigiosa università inglese, dove il relatore si presenta con un branco di pecore. I genitori inorriditi corrono nella speranza che non sia il loro figlio lo squinternato economista pastore, ed invece è proprio lui. Inizia un viaggio a ritroso per capire chi è veramente loro figlio e scoprono che non "sanno niente". Scrittura brillante, leggera, sensibile come solo una donna scrittrice può essere, umoristico quanto basta, ironico nel demolire i luoghi comuni del "bensantismo" e graffiante quanto basta sulla inutilità degli economisti. Una gradevole sorpresa. Portatelo in valigia e vi divertirete.