Pur essendo anche io una sportiva (schiena permettendo), ho sempre guardato al triathlon con grande sospetto ed anche mal sopportazione visto il tempo che lo stesso sottraeva alla mia famiglia…o meglio il tempo che vi dedicava IRONMAX. Per questa ragione ho cercato di non farmi coinvolgere troppo, neanche dalla bella umanità che già vi avevo scorto (atleti e familiari). Se dovevo mal sopportare quanto sopra non mi sarei fatta “irretire”. Ma con il primo IRON MAN di Massimo (VENEZIA 2016), nonostante tutte le paturnie annesse, ho cominciato a cedere e questo sia per la presa diretta dell’incredibile ed affascinante sforzo dei partecipanti (finchè non vedi…NON CAPISCI), sia per la bella gente conosciuta tra i familiari ed accompagnatori (estranei del tutto e non), specie la famiglia allargata di ROBERTO con cui mi sono trovata ancora meglio al secondo Iron Man di un anno fa (Nico…sabato mi sei mancata!!!!!) –NIZZA 2017-. Beh… sabato 7.7.18, tra le montagne, sono capitolata e se anche non smetterò di rompere le palle a mio marito per gli allenamenti massacranti, quantomeno ridurrò il livello di acidità coniugale [prometto] e vorrei condividere con la squadra di Max quello che ho visto a 360 gradi:
- due ragazzi meravigliosi, RICCARDO ED ALEX senza i quali mio marito non avrebbe concluso il sogno per cui da sei mesi stava lavorando duramente;
- la sana follia degli altri compagni di squadra partecipanti, tra cui il mitico OSVI, il cui sguardo spiritato a Ponte ed il sorriso contagioso del giorno dopo mi hanno scaldato il cuore;
- la umiltà di un campione come FABRIZIO, bellissimo, (atleticamente parlando…. Massimo, non ti preoccupare) da vedere in gara;
- il sorriso spontaneo e dolcissimo di un partecipante cui al 27 KM della maratona offrivo la crostata, rifiutata dal marito..che all’arrivo avrei scoperto essere ALBERTO, compagno di squadra di Max;
- la bellezza [questa vera marito…] di un ragazzino (rispetto alla scrivente….) con il viso da frontman di una boyband (vuole essere un complimento GIULIANO, ai miei tempi erano quelli idolatrati dalle ragazze), ma dal fisico d’acciaio, che in un mondo di maturi (nel senso di “veci”…) supereroi ha dato dimostrazione di una maturità di testa fuori dal comune (diversamente non avrebbe fatto una simile prestazione, anche con il fisico che madre natura ha elargito);
- un gruppo di moschettieri (LUCA, MASSIMILIANO, GIANNI, DIEGO E MARCO), che come una mamma premurosa ed assennata, ha controllato per ore che tutti i figlioli fossero a posto, al sicuro, ed in salute intervenendo per ciascuno di loro al bisogno;
- una umanità a latere e non “devastante” -nel senso migliore del termine- che mi ha scaldato il cuore come da tempo non mi succedeva (da IRON-CHEF che è solito chiude un IRON MAN in 10 ore, a tutto il gruppo con LUI –tra cui un encomio al ragazzo che ha accompagnato in bici, che ha chiuso la gara un paio di min. prima di Max, ma con qualche birra in corpo durante il percorso- alle due sole ragazze sopravissute alla gara –ho conosciuto ANGELA, una meravigliosa folle cui ho comprato un panino al bivio per il Mortirolo, visto che a EDOLO, non aveva trovato nulla…..-, al partecipante ritiratosi per crampi al GAVIA, che ha voluto lo stesso fare gli ultimi 14-15 km…a piedi. E questi sono solo alcuni…….). In tutto questo una sola nota stonata. Alle ore 5.45 quando nel lago a 500 metri da riva c’era una sola boa (e speravo fosse Massimo, ma non c’era modo di comunicare con le barche…indi certezza nessuna), una signora bionda (fisicatissima e certamente super atleta) a gran voce diceva: “MAH GUALTIERO…… E IRON MAX…..?”. Al che l’uomo panzuto e baffuto della Protezione Civile che da 5 min. stava cercando di tranquillizzarmi le spiegava, ammesso che c’è ne fosse di bisogno, la presenza di una sola boa in acqua….(???????). Bene la sig.ra in questione, sempre con un tono di voce stentoreo, rispondeva che forse e solo forse magari Gualtiero non era partito…quanto ad IRON Max presupponendo una sua ipotetica scomparsa in acqua….<<tanto non mi sta neanche simpatico>>…. Ci sono voluti 19 minuti perché Massimo arrivasse, tra i + lunghi della mia vita…19 min. di agonia accentuato dal dubbio che l’unico uomo in acqua fosse Gualtiero….. Non si è solo trattato di una frase infelice (e voglio sottolineare che nulla c’entra la legittima dichiarata antipatia della signora verso Massimo, ci mancherebbe), ma “sconsiderata” visto che la signora, che solo dopo ore avrei scoperto essere sua compagna di squadra, aveva ben presenti le note e pacifiche difficoltà di Massimo in acqua ed aveva altresì visto partecipanti arrivare a riva senza boa (il che la dice tutta sulla sicurezza nel lago). Certamente questo episodio non ha rovinato l’incredibile avventura dello STONE-MAN che ho cercato di descrivere, ma proprio perché alla fine siamo oltre lo sport e si respira tra “i partecipanti e non” un qualcosa di indescrivibile ed impalpabile, quasi religioso azzarderei a direi nonostante il mio agnosticismo, ritengo opportuno ricordare alla signora in questione, ammesso che legga quanto sopra, che Lei è stata l’unica “tesserina” a non farne parte e che ipotizzare che tra i due gatti presenti sulla riva ci fosse un parente di IRONMAX non fosse fattispecie impossibile da prevedere. Questo per evitare ulteriori danni.
Ma basta parlare della tesserina, grazie a tutti per quanto fattomi provare, di cuore e grazie amore mio….. giuro stento a credere a quanto scritto!!!!
Pur essendo anche io una sportiva (schiena permettendo), ho sempre guardato al triathlon con grande sospetto ed anche mal sopportazione visto il tempo che lo stesso sottraeva alla mia famiglia…o meglio il tempo che vi dedicava IRONMAX. Per questa ragione ho cercato di non farmi coinvolgere troppo, neanche dalla bella umanità che già vi avevo scorto (atleti e familiari). Se dovevo mal sopportare quanto sopra non mi sarei fatta “irretire”. Ma con il primo IRON MAN di Massimo (VENEZIA 2016), nonostante tutte le paturnie annesse, ho cominciato a cedere e questo sia per la presa diretta dell’incredibile ed affascinante sforzo dei partecipanti (finchè non vedi…NON CAPISCI), sia per la bella gente conosciuta tra i familiari ed accompagnatori (estranei del tutto e non), specie la famiglia allargata di ROBERTO con cui mi sono trovata ancora meglio al secondo Iron Man di un anno fa (Nico…sabato mi sei mancata!!!!!) –NIZZA 2017-. Beh… sabato 7.7.18, tra le montagne, sono capitolata e se anche non smetterò di rompere le palle a mio marito per gli allenamenti massacranti, quantomeno ridurrò il livello di acidità coniugale [prometto] e vorrei condividere con la squadra di Max quello che ho visto a 360 gradi:
- due ragazzi meravigliosi, RICCARDO ED ALEX senza i quali mio marito non avrebbe concluso il sogno per cui da sei mesi stava lavorando duramente;
- la sana follia degli altri compagni di squadra partecipanti, tra cui il mitico OSVI, il cui sguardo spiritato a Ponte ed il sorriso contagioso del giorno dopo mi hanno scaldato il cuore;
- la umiltà di un campione come FABRIZIO, bellissimo, (atleticamente parlando…. Massimo, non ti preoccupare) da vedere in gara;
- il sorriso spontaneo e dolcissimo di un partecipante cui al 27 KM della maratona offrivo la crostata, rifiutata dal marito..che all’arrivo avrei scoperto essere ALBERTO, compagno di squadra di Max;
- la bellezza [questa vera marito…] di un ragazzino (rispetto alla scrivente….) con il viso da frontman di una boyband (vuole essere un complimento GIULIANO, ai miei tempi erano quelli idolatrati dalle ragazze), ma dal fisico d’acciaio, che in un mondo di maturi (nel senso di “veci”…) supereroi ha dato dimostrazione di una maturità di testa fuori dal comune (diversamente non avrebbe fatto una simile prestazione, anche con il fisico che madre natura ha elargito);
- un gruppo di moschettieri (LUCA, MASSIMILIANO, GIANNI, DIEGO E MARCO), che come una mamma premurosa ed assennata, ha controllato per ore che tutti i figlioli fossero a posto, al sicuro, ed in salute intervenendo per ciascuno di loro al bisogno;
- una umanità a latere e non “devastante” -nel senso migliore del termine- che mi ha scaldato il cuore come da tempo non mi succedeva (da IRON-CHEF che è solito chiude un IRON MAN in 10 ore, a tutto il gruppo con LUI –tra cui un encomio al ragazzo che ha accompagnato in bici, che ha chiuso la gara un paio di min. prima di Max, ma con qualche birra in corpo durante il percorso- alle due sole ragazze sopravissute alla gara –ho conosciuto ANGELA, una meravigliosa folle cui ho comprato un panino al bivio per il Mortirolo, visto che a EDOLO, non aveva trovato nulla…..-, al partecipante ritiratosi per crampi al GAVIA, che ha voluto lo stesso fare gli ultimi 14-15 km…a piedi. E questi sono solo alcuni…….). In tutto questo una sola nota stonata. Alle ore 5.45 quando nel lago a 500 metri da riva c’era una sola boa (e speravo fosse Massimo, ma non c’era modo di comunicare con le barche…indi certezza nessuna), una signora bionda (fisicatissima e certamente super atleta) a gran voce diceva: “MAH GUALTIERO…… E IRON MAX…..?”. Al che l’uomo panzuto e baffuto della Protezione Civile che da 5 min. stava cercando di tranquillizzarmi le spiegava, ammesso che c’è ne fosse di bisogno, la presenza di una sola boa in acqua….(???????). Bene la sig.ra in questione, sempre con un tono di voce stentoreo, rispondeva che forse e solo forse magari Gualtiero non era partito…quanto ad IRON Max presupponendo una sua ipotetica scomparsa in acqua….<<tanto non mi sta neanche simpatico>>…. Ci sono voluti 19 minuti perché Massimo arrivasse, tra i + lunghi della mia vita…19 min. di agonia accentuato dal dubbio che l’unico uomo in acqua fosse Gualtiero….. Non si è solo trattato di una frase infelice (e voglio sottolineare che nulla c’entra la legittima dichiarata antipatia della signora verso Massimo, ci mancherebbe), ma “sconsiderata” visto che la signora, che solo dopo ore avrei scoperto essere sua compagna di squadra, aveva ben presenti le note e pacifiche difficoltà di Massimo in acqua ed aveva altresì visto partecipanti arrivare a riva senza boa (il che la dice tutta sulla sicurezza nel lago). Certamente questo episodio non ha rovinato l’incredibile avventura dello STONE-MAN che ho cercato di descrivere, ma proprio perché alla fine siamo oltre lo sport e si respira tra “i partecipanti e non” un qualcosa di indescrivibile ed impalpabile, quasi religioso azzarderei a direi nonostante il mio agnosticismo, ritengo opportuno ricordare alla signora in questione, ammesso che legga quanto sopra, che Lei è stata l’unica “tesserina” a non farne parte e che ipotizzare che tra i due gatti presenti sulla riva ci fosse un parente di IRONMAX non fosse fattispecie impossibile da prevedere. Questo per evitare ulteriori danni.
Ma basta parlare della tesserina, grazie a tutti per quanto fattomi provare, di cuore e grazie amore mio….. giuro stento a credere a quanto scritto!!!!